Il referendum del 17 aprile conferma il trend dell’istituto giuridico costituzionale degli ultimi 20 anni, fermandosi poco sopra la soglia di affluenza del 31% degli aventi diritto. Basti pensare che dei 67 referendum abrogativi del 1948 ad oggi, 28 sono falliti. E di quest’ultimi, ben 25 dal 1997 al 2016.
Il dato politicamente più significativo è la sconfitta dei 9 Consigli Regionali firmatari della proposta di consultazione popolare: Basilicata (unica regione dove, per poco, è stato raggiunto il quorum), Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto.
Solo 6 delle regioni promotrici su 9, hanno fatto registrare un’affluenza superiore alla media nazionale.
Sul versante dei voti espressi, anche qui a guidare è la Basilicata, che è anche l’unica Regione dove la percentuale di “sì” si avvicina alla maggioranza degli aventi diritto al voto: 224 mila “sì” su 468 mila aventi diritto, vale a dire il 47,9%. In Puglia, Calabria, Sardegna, Campania e Molise il “sì” supera il 90%.
Negli ultimi posti della classifica, figurano invece Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Emilia-Romagna e Lombardia. Tutte Regioni che non sono firmatarie dell’iniziativa referendaria.