(Dal blog su RomaToday)
Cinque candidati in circa novanta minuti di confronto hanno dato battaglia sul palcoscenico di Sky TG24 su tutti i temi che hanno caratterizzato questa campagna elettorale: dalle buche al brutale omicidio di Sara di Pietrantonio, dal debito alle sicurezza fino a passare alle Olimpiadi, traffico e rifiuti. Il tutto con risposte scandite da un countdown da 1 minuto e 30 secondi al massimo, due possibilità di replica da 30 secondi ciascuna, domande incrociate tra i candidati e appello finale.
Giorgia Meloni. Probabilmente la candidata più abituata alla presenza di telecamere, è a suo agio. Identifica nella candidata del 5 Stelle il primo nemico e non spreca neanche una possibilità di replica per attaccarla. Come tutti gli altri candidati non sarà ricordata in questo confronto per atti o dichiarazioni particolarmente importanti, non approfondisce temi e li affronta in modo vago.
Il suo obiettivo in questa campagna elettorale sarà quello di convincere tutto l’elettorato di centrodestra (e quindi anche quello di Marchini) a votare per lei, impresa non facile ma neanche così difficile. Strategicamente parlando in questo confronto cerca di ignorarlo il più possibile, concentrando le sue energie su altri obiettivi.
Roberto Giachetti. Le radici romane ci sono, e si sentono. La curiosità che risalta in questo confronto è che il candidato PD rimarchi prima la cacciata del sindaco Marino e poi risalti la chiusura della discarica di Malagrotta, che ha fatto Ignazio Marino.
Stefano Fassina. Fassina chi? Hanno tentato di provocarlo, non ci è cascato. Ha condotto un confronto in maniera abbastanza statica, le sue presentazioni possono anche includere del valore aggiunto ma la sua difficoltà è nel saperle trasmettere, caratteristica ormai di primaria importanza se si vuol comunicare bene.
Alfio Marchini. Cerca di seguire uno stile Berlusconi, al momento lontano quanto basta da risultare a tratti una imitazione riuscita male. Paragona Roma ad un’impresa (anche qui ricorda Silvio Berlusconi) ma il suo primo slogan “Liberi dai partiti” che ha caratterizzato gran parte della sua campagna elettorale è diventato con l’evolversi delle alleanze il suo tallone d’Achille. Attacco prevedibile era sulle sue numerose assenze in Campidoglio nella passata amministrazione, dove però non sembra essersi presentato abbastanza preparato. Incassa il colpo senza riuscire a reagire.
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